Mondi possibili e scelte da rispettare

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domenica 3 luglio 2016, 14:30Editoriale
di Alessandro Cavasinni

Tralasciando le sciocchezze che leggo e sento su Pellè e Zaza, parliamo di calcio.

Buonissimo lavoro di Conte in questo Euro 2016, che in larga parte ricorda quello di Zoff a Euro 2000 (con le dovute proporzioni). La sensazione è che ci sia stato un solo uomo al comando e non tanto per sua volontà. Una Nazionale non eccelsa qualitativamente, ma che ha saputo essere squadra vera a livello di testa, mettendo poi in campo poche idee ma chiare e corrette.

Poteva essere un bagno di sangue, è stata invece una dignitosa corsa e, a tratti (Belgio e Spagna i punti più alti), un percorso emotivamente esaltante. Si sono scoperti giocatori rimasti nell'anonimato troppo tempo, e penso al vituperato Giaccherini, all'odiato Eder e - soprattutto - all'ottimo Parolo (il 'nuovo Dino Baggio' da anni). Con questo materiale umano, Conte ha fatto quello che poteva. Ritengo sia andato vicinissimo al massimo risultato. Rispetto le sue scelte, l'incaponirsi su certe idee e, in generale, la sua gestione. Specie considerando il contesto nel quale è stato costretto a lavorare.

Ma non tutto è oro. Si parla - ad esempio - di "grande Germania". Forse così parla chi vede tre partite ogni due anni dei tedeschi. Ieri, per dire, in campo c'erano Hector (!), Kimmich (!), Schweinsteiger (col bastone), Boateng (detto Babbo Natale) e Mario Gomez (detto Mario Gomez). Insomma, non certamente una corazzata inaffondabile.
Secondo: era possibile contemplare un'altra idea tattica in questo biennio? Diciamo tutti: "Conte ha fatto il massimo con Pellè e Sturaro". Ok. Ma Pellè e Sturaro li ha portati lui. Lasciando spesso e volentieri in panchina Insigne e direttamente a casa Berardi, Gabbiadini, Pavoletti, Bonaventura e Soriano, tanto per fare qualche nome che - oggettivamente - avrebbe alzato e non di poco la qualità-media. Non esiste la controprova, com'è ovvio. Fermo restando che i forfait di Verratti e Marchisio siano stati esiziali per la mediana (senza contare quelli di De Rossi e Thiago Motta nell'ultima recita). 

Scelte, si diceva. E io le rispetto. Capisco che in quest'epoca del giudizio social-sommario sia una rarità.