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Aspettando l'Italia, un arancione sbiadito

Aspettando l'Italia, un arancione sbiadito

34 anni, milanese, Federico Casotti è dal 2004 anchorman e telecronista di Sportitalia. Già voce della Eredivisie, dal 2010 commenta la Ligue 1. Autore dell'e-book "Parigi non è stata fatta in un giorno", edito da Amazon. Twitter@federicocasotti
 di Federico Casotti   vedi letture

L’aspetto più sorprendente della serata di mercoledì è che la matematica dia ancora una speranza di qualificazione all’Olanda più grigia degli ultimi dieci anni. La squadra di Van Marwijk è tornata a Kharkiv, sul luogo del delitto, quattro giorni dopo il debutto-shock contro la Danimarca, confermando in pieno i timori della vigilia. Contro la Germania, nella partita che tradizionalmente ogni olandese gioca con il sangue agli occhi, si è vista una squadra friabile in difesa, dove il cambio Mathijsen-Vlaar non ha sortito effetti, e completamente disorientata dal centrocampo in su. La percezione di un gruppo improvvisamente privo di idee è stata chiara già nel primo tempo, dove era visibile la frattura tra i quattro là davanti e la coppia di raccordo (almeno in teoria) formata da De Jong e Van Bommel.


Annotazioni peraltro già appuntate sabato scorso, e che inspiegabilmente non hanno trovato alcuna modifica da parte di un Van Marwijk forse prigioniero della gratitudine a un nucleo di giocatori con cui due anni fa arrivò a tanto così dalla gloria eterna. Non si spiega altrimenti la pervicace insistenza sul genero Mark Van Bommel, ma anche la scelta nella ripresa di schierare mediano Van der Vaart (in un ruolo che ricoprì molti anni fa all’Ajax, ma nel 4-3-3) invece di un meno altisonante ma più funzionale Schaars, o dello stesso Strootman. Senza dimenticare l’involuzione di Robben e Sneijder, ormai prossimi a completare con questo Europeo un biennio incredibilmente negativo a livello personale.


Intendiamoci, sarebbe non meno folle decidere di mettere Robben e Sneijder in panchina, perché è evidente che le riserve non sono all’altezza. Il fatto è che l’Olanda è stritolata da una serie di problemi collegati tra loro, perché oltre ai guai delle due stelle più luminose e al caos tattico si aggiunge anche uno scarso temperamento, una cattiveria agonistica pressochè nulla evidenziata da appena tre cartellini gialli in 180’. Segno che la squadra perde senza combattere, ed è questo che fa più male a chi ama l’arancione.


Come si diceva all’inizio, il bello è che in tutto questo l’Olanda può ancora qualificarsi. Dovrebbe innanzitutto battere il Portogallo con almeno due gol di scarto: impresa al momento francamente improbabile, vista anche la riscossa di CR7 e compagni contro la Danimarca. Ma, ammesso e non concesso che gli Oranje si risveglino, la Germania dovrebbe poi contemporaneamente battere la Danimarca: e volendo rimestare nel torbido, con l’Olanda vincente sul Portogallo, a Germania e Danimarca basterebbe un punto a testa per andare a braccetto nei quarti. Mi fermo qua. E mi auguro che l’Italia batta la Croazia, perché nel gruppo C in caso di pareggio degli azzurri si potrebbe creare uno scenario ben peggiore, oltre che già visto sulla nostra pelle. Discorsi ancora prematuri: l’importante è che l’Italia pensi a fare il suo e a sfatare il tabù croato. E i conti li lasceremo fare agli altri.


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