Cannavaro sul rifiuto ad allenare la Polonia con quella speranza Azzurra

Cannavaro sul rifiuto ad allenare la Polonia con quella speranza AzzurraTUTTOmercatoWEB.com
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
giovedì 18 aprile 2024, 10:30Primo Piano
di TuttoEuropei Redazione

Fabio Cannavaro, capitano dell'Italia campione del Mondo nel 2006, ai microfoni di di Radio Serie A con RDS è tornato a parlare del rifiuto di sedere sulla panchina della Polonia: il tutto a causa del poco tempo che avrebbe avuto a disposizione per preparare una fase importante per la Nazionale, ma in fondo ha ammesso che era anche per quella sua speranza, lasciando la porta aperta, di far parte ancora una volta degli Azzurri lato tecnico. 
A gennaio del 2022 dopo l'addio di Paulo Sousa, passato alla guida del Flamengo, la Federcalcio polacca aveva individuato nella figura dell'ex capitano azzurro il miglior sostituto. Gli avevano offerto un contratto di due anni, con gli spareggi playoff per accedere al Mondiale in Qatar, ma Cannavaro rifiutò nel giro di 72 ore. Alla base del rifiuto c'è stata la valutazione del poco tempo che avrebbe avuto a disposizione con il suo staff per preparare gli spareggi di Lewandowski e compagni in vista dei Mondiali.

"Ho rifiutato perché credevo mi chiamasse l'Italia? Inconsciamente prima degli spareggi per le qualificazioni ai Mondiali ho pensato: "se le cose vanno male che succede?". Ma poi non è cambiato nulla. Ci ho pensato, ma non avevo certezze. È stato uno dei pensieri che ho fatto quando valutavo la Polonia, avevo solo tre giorni per preparare uno spareggio contro la Russia che poi non si è giocato per la guerra. Il mio rapporto con la Nazionale è un rapporto forte, c'è un'atmosfera magica attorno, non ci rendiamo conto di quello che rappresentiamo nel mondo. Non essere andati ai Mondiali è stato visto come qualcosa di normale, ci siamo abituati e questo mi dà fastidio: ognuno di noi pensa al suo orticello, ma dobbiamo pensare che il valore di un giocatore aumenta quando gioca in Nazionale, oppure quando vince una Champions League. Ma dato che di Champions se ne vincono poche, tanto vale puntare su qualche giovane italiano".